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Da quei disegni mostruosi furono tratte incisioni dai fiamminghi Hieronymus Cock (nel 1570) e Hans Liefrinck (nel 1573) e dall'italiano Come disegnare un viso Tempesta (nel 1640 circa). Busti e teste grottesche di Leonardo furono incise anche da Wenceslaus Hollar. Il Comte de Caylus pubblicò nel 1730 una raccolta di incisioni tratte da disegni di Leonardo.[2]Carlo Giuseppe Gerli pubblicò un libro con incisioni di Leonardo, tra cui grottesche.[3] Il Louvre possiede un album di disegni di differenti autori, dei secoli Cinquecento e Seicento (RF 2872528785): in trentadue fogli sono come disegnare un viso sessanta teste grottesche, tra cui copie di disegni di Leonardo.
I Disegni grotteschi di Leonardo da Vinci, presenti in raccolte di grandi musei, sono creazioni di fisionomie dai tratti bizzarri e fantasiosi, che non trovavano riscontro con la realtà e rappresentano una come disegnare un viso dell'arte leonardesca.
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Molte persone sono attratte da questo fantastico mondo, ma a volte, non sanno come approcciarsi. I manga, una volta che entrano dentro la vita della gente, non sono facili da dimenticare. Infatti, le persone che esplorano e si avvicinano alla cultura dei manga e degli anime, ne fanno un vero e proprio stile di vita.
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In questo libro troverai:
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Immagine | Titolo | Data | Dimensioni | Tecnica e supporto | Inventario | Bibliografia | Note |
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![]() | Profilo a destra di zingaro che guarda verso l'alto | 1503-1504 | 38x26,5 | Carboncino su carta | A. 28 | [4] | Forti ritocchi |
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I protocolli viso, così come gli abiti sartoriali: cuciti su misura per ogni cliente, singolarmente, ad hoc e dove nulla va lasciato al caso, ma ogni dettaglio definisce il risultato. Più di 20 protocolli diversi per soddisfare tutti i tipi di pelle, dalla classica pulizia del Viso con rimozione dei comedoni (punti neri), con Ultrasuoni per le pelli più delicate per passare ai trattamenti intensivi di rigenerazione per la pelle matura, protocolli per pelli grasse e acneiche, sia giovani che mature. Ci avvaliamo delle migliori tecnologie tra cui DermoCheck, Ultrasuoni, Radiofrequenza, Microdermoabrasione, Vacuum combinate con prodotti naturalmente senza paraffina, coloranti, parabeni e profumi allergizzanti.
La soluzione progressiva per cicatrici acneiche, macchie, rughe superficiali: è un trattamento estetico specifico per il viso che esegue un’azione esfoliante e levigante sulla pelle rimuovendo impurità e cellule morte tramite una tecnica non invasiva, finalizzata alla rivitalizzazione e al ringiovanimento. La pelle appare luminosa, levigata e tonica. Un’importanza particolare la rivestono, però, i principi attivi applicati successivamente, in quanto, avendo tolto il primo strato superficiale della pelle, questa diventa molto recettiva nei confronti di tutto quello che le viene applicato nelle ore successive. Per questo, verrà sempre abbinato un trattamento specifico in base al tipo di pelle e agli inestetismi da trattare.
Il microblading è una tecnica di trucco semipermanente utilizzata per creare un infoltimento delle sopracciglia, correggere l’arcata e riempire le zone vuote. Per iniziare si studia insieme al cliente la forma del sopracciglio in base ai gusti personali e ai parametri estetici, scegliendo colore e forma. In questa tecnica si usa un piccolo pennino per disegnare manualmente i peli, creando un effetto super naturale. Infine, si applica un prodotto “sigillante” per aiutare il processo di guarigione. Tutto questo può richiedere dai 30 ai 60 minuti, a seconda del grado di infoltimento scelto. Il trattamento si conclude dopo 50 giorni, con la seconda seduta, durante la quale si sottolinea il precedente lavoro e se richiesto, si possono apportare piccole modifiche. I risultati possono durare da uno a due anni, a seconda del tipo di pelle (il pigmento sbiadisce più velocemente sulla pelle grassa), dei prodotti e dello stile di vita.
La radiofrequenza viso è una tecnologia non invasiva e indolore che combatte i segni dell'invecchiamento cutaneo. Con effetti pressoché immediati questo efficace metodo anti-età, sfrutta i benefici delle onde elettromagnetiche, che passando attraverso i tessuti si trasformano in calore, stimolando il sistema linfatico e incrementando la produzione di nuovo collagene nella pelle.
Di origini antichissime, elimina il pelo estirpandolo direttamente alla radice, senza far presa diretta sulla pelle. A differenza delle tecniche a pinzetta o cera, risulta meno dolorosa perché non si applicano prodotti caldi sulla pelle e non si ha lo strappo. Il pelo viene “intrappolato” in un intreccio creato da un filo professionale, fatto scivolare sulla pelle quindi non si avverte altro che un leggero pizzicore. Per la sua delicatezza è particolarmente indicata per le aree del viso quali sopracciglia, baffetti e mento, mentre per aree più estese si consiglia la Pasta di Zucchero Araba.
La tecnica segue la stessa tradizione del filo arabo, e viene incontro all’esigenza di pelli delicate, sensibili e allergiche. Con questa metodica il pelo viene inglobato in una pasta 100% naturale, costituita solo di zucchero e limone, senza additivi e conservanti chimici. La pasta (a temperatura ambiente) viene stesa in direzione opposta al senso di crescita del pelo e strappata in direzione contraria. A differenza della classica cera al biossido di zinco, non lascia rossori, non sensibilizza le pelli allergiche e i residui si eliminano con snon solo perfettamente liscia e priva di peli ma anche morbida e vellutata.
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De' visi mostruosi non parlo, perché senza fatica si tengono a mente. Questa affermazione Leonardo da Vinci l'ha lasciata nel Codice Atlantico che è conservato a Milano, alla Biblioteca Ambrosiana. Le teste grottesche le disegnava per stupire, per far sorridere, oppure per una più profonda esigenza interiore?
Nell'ottica del Rinascimento, per testa caricata si intendeva un viso i cui elementi caratteristici ed espressivi erano stati volutamente accentuati, nel tentativo di catturare l'indole segreta di un individuo. La caricatura invece, nel senso odierno del termine, mette volutamente in rilievo i tratti caratteristici ed essenziali di un viso, con intento derisorio, a volte profanatorio. Pittura grottesca era un termine nuovo, al tempo di Leonardo: si riferiva ai dipinti della Domus Aurea di Nerone, in cui era presente anche un gusto di fondere insieme forme organiche, zoomorfe e vegetali, in disegni di pura fantasia: un intreccio di vero e di improbabile, inserito entro mascheroni e girali. Calandosi con funi nelle grotte del colle Esquilino si potevano scorgere dipinti con strani esseri ibridi, mostruosi, mescolati a semplici decorazioni geometriche e naturalistiche.
Per Leonardo, la testa grottesca era la tecnica rappresentativa, derivante dalla testa caricata, ma con un ulteriore scommessa grafica: era la creazione di una fisionomia che non trovava riscontro nella realtà e che poteva assumere tratti bizzarri e perfino animaleschi. Egli avvertiva profondamente il contrasto (ma anche il fascino) fra il bello assoluto, il divino, e il brutto assoluto, cioè la degenerazione del volto umano. Era attratto dal bello ideale, così come dal brutto ideale. Esplorava le profondità della specie umana, cioè il buio della regione, perfino l'estrema dissoluzione nella vecchiaia, contrapposta all'esplosione della vera giovinezza. Studiava l'aspetto contrario alla bellezza, ovvero la bruttezza estrema e la mostruosità, la turpitudine del corpo umano: coglieva in particolare i processi di invecchiamento, di cui forse aveva paura. In un foglio agli Uffizi (inventario 423 E) Leonardo ha tracciato il profilo di un giovane e ricciuto efebo, contrapposto al profilo di un vecchio, calvo e sdentato, dal mento sporgente e il naso aquilino. La grande bellezza e la grande bruttezza quindi, rappresentate in spazi quasi onirici.
Studiando le espressioni deformanti del volto, Leonardo progrediva negli studi di fisiognomica, disciplina che aveva come obiettivo determinare la natura delle persone, in base all'osservazione delle espressioni e della forma dei visi, e in tal modo indagare sul rapporto tra anima e corpo. Nelle teste grottesche Leonardo esagerava i particolari (naso, bocca, sguardo, mento), come appare nel disegno con tre teste accanto a quella di una vecchia con il cranio allungato: si tratta delle caricature di Dante, di Petrarca e di Boccaccio (Sette teste grottesche, 1490 circa, Venezia, Gallerie dell'Accademia).
Leonardo accentuava quindi i tratti caratteristici e deteriori di una persona o di una situazione e ne forniva un'immagine alterata. Le sue teste grottesche, tracciate in disegni autonomi oppure come rapide annotazioni a margine di un foglio, sono presenti nell'arco della sua carriera; ma si concentrano soprattutto nell'ultimo periodo milanese e sembrano collegarsi alla ricerca fisiognomica per i volti degli Apostoli, nell'Ultima Cena. Nella raffigurazione dell'abnorme e del mostruoso, nella rappresentazione di tipi fisiognomici grotteschi, Leonardo sentiva l'eterna contrapposizione e l'ambivalenza di bellezza e bruttezza, di giovinezza e vecchiaia, di riso e pianto, di moralità e degenerazione morale.
Fogli con sue teste grottesche, sono oggi soprattutto alla Royal Library a Windsor, alla Biblioteca Ambrosiana a Milano e al Cabinet des Dessins del Louvre.
Nel foglio con il gruppo di cinque teste, alla Royal Library, a Windsor (inventario 12495), databile circa 1494, sono presenti i passaggi intermedi del grottesco: al centro e in primo piano si vede un personaggio coronato di rami di querciadi prospetto è in fondo a destra e due teste grottesche sono ai lati (la vecchia sdentata a sinistra e l'uomo dal labbro sporgente a destra); una testa grottesca, a bocca spalancata, è in secondo piano a sinistra. Le teste grottesche che stringono il laureato forse rappresentano la derisione dell'Umanesimo da parte del popolo volgare e incolto. La vecchia sdentata allude alla caducità della bellezza.
Su un foglio alla National Gallery of Art di Washington (Woodner Collection) è raffigurata una vecchia deforme: ha grosso labbro superiore e naso adunco, ma è quasi priva di mento. Con un garofano infilato nel corpetto sembra dire: Deforme si, ma gentile di cuore. Giorgio Vasari possedeva alcune teste bizzarre di Leonardo, incollate sui fogli del suo Libro de' disegni, fra cui l'Amerigo Vespucci e lo Scaramuccia, capitano de' Zingari.
Oltre a teste grottesche - pretesto per il suo sguardo indagatore, motivo di ricerca anatomica sul decadimento fisico o morale - Leonardo disegnava anche animali fantastici, liberamente esprimendosi in una vis comica assolutamente innovativa: animali irreali, in un libero assemblaggio di forme e di proporzioni.
Immagine | Titolo | Data | Dimensioni | Tecnica e supporto | N. inventario | Bibliografia | Note |
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![]() | Busto di anziano con corona di quercia, attorniato da quattro teste grottesche | 1484 circa | 26x20,5 | Inchiostro su carta | 12495 | Sul verso linee di scrittura | |
![]() | Studio di dragone | - | 19x27 | Carboncino e inchiostro su carta | 12369 | - | [6] |
Immagine | Titolo | Data | Dimensioni | Tecnica e supporto | N. inventario | Bibliografia | Note |
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![]() | Caricatura di vecchio di profilo | 1485-1490 | 5,7x4,2 | Inchiostro bruno su carta | - | - |